Museo Ashmolean, Oxford, UK

Fondato nel 1683, in un’epoca in cui il concetto di “museo” era assolutamente nuovo, il Museo Ashmolean fu il primo ad essere aperto al pubblico; inizialmente ospitava una collezione di manufatti, campioni naturalistici e curiosità da ogni angolo del mondo, che fu presentata dal ricco ed erudito antiquario Elias Ashmole. L’edificio originale includeva un laboratorio molto ben equipaggiato che fu creato per promuovere l’insegnamento della “Filosofia Naturale”, ovvero lo studio filosofico della natura e dell’universo fisico, l’antesignana di quelle che sono conosciute oggi come scienze naturali; quindi l’Ashmolean fu, a tutti gli effetti, la più vecchia facoltà specialistica dell’Università di Oxford per l’insegnamento della scienza.
L’architettura neoclassica dell’attuale museo è datata 1845. Costruito per ospitare le collezioni di pitture e sculture dell’Università, a queste si aggiunsero poi le collezioni archeologiche, che hanno in poco tempo occupato tutto l’edificio. Il museo fu rinominato “Ashmolean Museum of Art and Archaeology” (Museo Ashmolean delle Arti e dell’Archeologia) nel 1908, ed è da quel momento cresciuto fino a diventare uno dei più importanti musei di arte e archeologia del mondo.
Le attività del Museo Ashmolean iniziarono come parte integrante del programma di insegnamento e ricerca dell’Università, ma sin dall’inizio, avevano come obiettivo anche quello di renderne pubblico l’accesso, oltre alla tradizionale istruzione. 332 anni dopo, questo obiettivo rimane al centro del suo lavoro, alla base di tutte le sue attività, e porta avanti il suo ricco e vario programma pubblico insieme al programma accademico (vedi http://www.ashmolean.org/).

X-MET8000 PER LE ANALISI NON DISTRUTTIVE SU MANUFATTI E OPERE D’ARTE

Quando si acquisiscono nuovi oggetti o collezioni, o se ne studiano di già esistenti, il dipartimento di conservazione dei musei usa diverse tecniche per analizzare e contrassegnare manufatti e oggetti, una delle quali è la Fluorescenza a Raggi X portatile (HH-XRF). La tecnica XRF ha molti benefici applicata in archeometria, conservazione e restauro essendo:

  • Non invasiva
  • Non distruttiva
  • Portatile
  • Veloce

La Dott.ssa Kelly Domoney, Sovrintendente dei reperti al Museo Ashmolean, Università di Oxford, e Ricercatrice all’Università di Cranfield, Regno Unito, usa lo strumento X-MET8000 EXPERT di Oxford Instruments, generalmente negli studi e nelle definizioni dei materiali nelle collezioni del Museo Ashmolean. L’X-MET per esempio aiuta a rispondere alle domande sulla conservazione e sul mantenimento dei materiali, sulle tecniche di costruzione, sulla provenienza, sulla datazione e identificazione dei materiali di restauro; aiuta a controllare l’affidabilità di alcuni studi e a definire gli stadi del processo di deterioramento dei reperti.

Esempi di lavoro svolto con l’ X-MET al Museo Ashmolean sono:

Dr-Domoney-testing-a-mounted-nautilus-shell-with-an-X-MET8000Analisi di Argenterie del Rinascimento Olandese nella Collezione Welby:

Il progetto si prefigge di identificare la purezza dell’argento usato nella manifattura dei pezzi della collezione e identificare i pezzi restaurati. I risultati iniziali mostrano che le sezioni restaurate sono facilmente identificabili dalla presenza di cromo, ferro e piombo. I risultati sono stati usati per preparare le voci di catalogo per una mostra.

Analisi delle porcellane Worcester:

Lo strumento è stato usato per identificare gli smalti colorati nelle porcellane Worcester, per accertarsi della loro autenticità. Molti dei pezzi Worcester del XVIII secolo, come già gli studiosi sapevano, sono stati ridecorati nel XIX secolo. L’identificazione di pigmenti del XIX secolo, come il verde contenente cromo e il giallo con alti valori di zinco, hanno aiutato i curatori a datare i pezzi più accuratamente. I risultati sono stati usati per aggiornare la registrazione dei pezzi sul catalogo di una nuova collezione.

Analisi sulle porcellane Melssen:

La porcellana, in Europa, veniva inizialmente prodotta alla Fabbrica Melssen, nel 1710. Il Museo Ashmolean possiede uno dei primi pezzi prodotti nella fabbrica: una grande teiera per tè o caffè datata 1719-1722. Il coperchio e il beccuccio, che sono di colore e forma differenti dal resto del corpo, sembrano essere stati sostituiti. Una comparazione con il database X-MET degli smalti di Melssen, sviluppato da Kelly Domoney all’Università Cranfield, indica che il becco è composto da un materiale simile a quello del corpo principale della teiera, ed è stato sostituito tra 1719 e il 1725, mentre il coperchio è fatto con uno smalto completamente diverso ed è una sostituzione decisamente più recente.

CARATTERISTICHE E BENEFICI DI X-MET8000 NEL LAVORO SULLE ANALISI AL MUSEO ASHMOLEAN

light standL’X-MET è uno strumento prezioso per il dipartimento per la conservazione del Museo, presenta molti vantaggi:

  • E’ compatto e leggero per un facile utilizzo
  • Possiede una specifico equipaggiamento, ad esempio, la valigetta contenente tutti gli accessori utili, che ne rende semplice e comodo il trasporto; include il “light stand” (supporto per tenere in posizione verticale lo strumento) per l’analisi di piccoli oggetti come monete
  • Una fotocamera integrata per definire accuratamente la superficie da analizzare
  • Grande varietà di programmi di analisi per esaminare una vasta gamma di materiali
  • Muso smussato per testare le superfici irregolari dei manufatti

Conclusioni
La Dott.ssa Domoney afferma sull’ X-MET8000 EXPERT:
“La sua portatilità e il fatto che la tecnica analitica sia non-distruttiva, sono essenziali nel lavoro di analisi al museo. Molti oggetti non possono essere spostati e i costi di assicurazione da affrontare per trasportarli in laboratori sono spesso proibitivi. La possibilità di fare analisi sul posto rende possibile svolgere molti progetti precedentemente accantonati. In passato, la caratterizzazione dei materiali e la valutazione delle conseguenze dell’usura del tempo e degli agenti atmosferici erano spesso fatte ad occhio. L’X-MET ci permette di valutare le collezioni in modo più affidabile, ciò significa che si possono accuratamente documentare e comparare i materiali delle collezioni e individuare eventuali nuovi studi da svolgere”.

I nostri ringraziamenti vanno alla Dott.ssa Kelly Domoney, Daniel Bone, Mark Norman e David Gowers al Museo Ashmolean, Università di Oxford, Regno Unito, per il loro aiuto nello studio di questo argomento.

 Tradotto dallo studio di Oxford Instruments dell’ottobre 2015


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